Morto un Papa se ne fa un altro. Ma sul caso Marchionne, Exor ha anticipato i tempi. Ecco perché
Morto un Papa se ne fa un altro, con tutto il tempo dovuto e concistori compresi, oltre che la lotta , sempre attuata, dei lunghi coltelli.
Ma nel caso Marchionne, Exor ha bruciato tutti i tempi. Ecco perché, e cosa si cela dietro la malattia irreversibile dell’ex Ad di FCA.
E veniamo ai fatti, non fatti. Si era detto che Marchionne (66 anni),era stato ricoverato per un’operazione alla spalla in Svizzera.
Poi, stranamente, le cose sono precipitate, in una manciata di giorni, fino all’irreversibilità del cammino di vita.
Chi ha giocato sporco? Gli svizzeri si sa come sono. Silenziosi, criptici, e così nulla è trapelato sul ricovero , blindato, in ospedale del povero Marchionne, che già tutti piangono come defunto, anche se, per fortuna, ancora no lo è.
Si è detto, operato d’urgenza alla spalla. Balle fuorvianti.
E così si è giunti al ridicolo, cioè gli svizzeri hanno preso per i fondelli il mondo intero.
Ma ancora più folle il fatto che i media di tutto il mondo non abbiano parlato del perché della irreversibilità della malattia, ma si siano tutti spesi per la successione del manager.
Il Presidente di Exor, la cassaforte di Elkan, si è affrettato a dire che la situazione era irreversibile, per cui occorreva procedere alla sostituzione di Marchionne, come fosse stato un pupazzetto.
Per cui la sostituzione del manager, che ha rilanciato la vecchia Fiat decrepita, in 14 anni, prima della riapertura dei mercati del Lunedì.
Dunque, i soldi prima di tutto. Poi, si sono da segnalare anche le numerose invettive da parte di politici della sinistra ( Renzi escluso), contro l’uomo agonizzante. Un bello spettacolo di mancanza di sensibilità.
E per quanto riguarda, invece, la malattia di Marchionne, si dovrebbe trattare, sicuramente,di un carcinoma galoppante ai polmoni.
E non si sa neanche se l’ intervento chirurgico ci sia stato, o se si, perché è stato effettuato.
Ora, il manager è aggrappato alle macchine, che non si sa per quanto tempo ancora potranno salvarlo dal decesso.
D’altronde, è noto, che Marchionne fumava 3 pacchetti al giorno di sigarette, ma è strano, però, che non abbia effettuato controlli, almeno semestrali. Il lavoro innanzi alla salute? Per cui non si può parlare di fatalità.
Dunque, il giudizio dei medici è stato lapidario : “Irreversibilità”.
Il che significa che non ci sono speranze.
Fatto è che se il tumore fosse stato scoperto in tempo, probabilmente il manager non si troverebbe nelle condizioni in cui è.
D’altronde ci sono numerosi casi di tumore ad un polmone, poi operato, che hanno permesso la sopravvivenza per oltre 10 anni.
Ma l’irreversibilità “tuona” come una sentenza di morte.
E di tutti i centinaia di milioni guadagnati, l’uomo se ne goduti ben pochi. Lui si è prodigato per salvare la Fiat, e poi la Craisler, ed i posti di lavoro connessi, come fossero suoi figli. E questo è il merito più grande, anche se parte della sinistra e sindacati se la prendono con lui per aver salvato tanti posti di lavoro, e per aver rinunciato alla propria vita.
Ma non c’é da stupirsi più di tanto. Gli stolti nel mondo sono vicini alla soglia del 90% della popolazione. Una banda di creduloni indottrinati da politica e religioni. Figuriamoci!!!!