Carige, Creval, Mps: tutti giù per terra. Ecco perché
Carige, Creval, Mps : tutti giù per terra . Ecco perché.
Dopo l’intervento dello Stato su Mps e le due banche venete, la storia sembrerebbe ancora non essere finita.
Infatti, i mercati se ne sono accorti ed hanno punito pesantemente in Borsa i titoli delle tre banche.
Il Creval , l’istituto valtellinese, in un mese ha perso il 50% del valore del capitale ( solo giovedì 16 novembre, il 19% ), nonostante abbia lanciato un aumento di capitale da 700 milioni, soprattutto per poter ripulire le sofferenze.
Per quanto riguarda la Carige, invece, l’aumento di capitale da 560 milioni resta in alto mare.
Infatti, il consorzio di garanzia, composto da Deutsche Bank , Credit Suisse, e Barklay, se l’è data a gambe, perché non era in grado di poter garantire l’operazione.
Così il titolo è sprofondato a 11 centesimi, ed è stato sospeso. Riunione d’emergenza del CdA, ma nulla di fatto.
Ora lo scenario è diventato drammatico, e c’è il serio rischio che l’Autorità di vigilanza ponga la banca sotto risoluzione, il che aprirebbe le porte al beil in.
L’unica speranza è che i soci mettano mano al portafoglio, e che nuovi possibili investitori bussino alla porta.
In un report di Banca Akros si legge che con l’avvio di una risoluzione “seguirebbe probabilmente una separazione delle attività buone dalle cattive, con la banca ponte che potrebbe essere ricapitalizzata con l’intervento dello Stato e fusa in un istituto più grande”.
Intanto, Mps , detenuta al 70% dallo Stato, segue il percorso in discesa di Carige e Carival.
Infatti, dal ritorno in Borsa , nel mese di ottobre, il Tesoro ha già perso circa 2 miliardi di capitalizzazione.
Dunque, l’intervento tappabuchi dello Stato non ha risolto i problemi.
Infatti i mercati vogliono vederci chiaro e conoscere quale sia il piano industriale dell’istituto di credito, e che questo sia in grado di garantirne i profitti .
Inoltre vogliono chiarezza sul piano di gestione delle sofferenze , cioè sulla loro svendita al mercato, e quali siano gli incassi previsti.
Dunque, se Padoan dopo l’intervento dello Stato in Montepaschi e banche venete vedeva rosa, i casi sono due: o era in malafede , o aveva perso il polso del mercato.
A Luglio aveva sentenziato : Basta casi bancari scottanti”.