Sky TG24: la Raggi straccia gli avversari e vola al 46%
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Ieri sera 31 Maggio, alle ore 21, su Sky 24, si è svolto il tanto atteso confronto diretto tra i pretendenti la poltrona di sindaco della Capitale ovvero in ordine alfabetico: Fassina, Giachetti, Marchini, Meloni e Raggi. Terminato il testa a testa sono giunti in redazione i risultati sulle preferenze dei telespettatori sottaciuti dai media. Risultato, la Raggi al 46% ha stravinto il confronto. E’ stata, evidentemente premiata, la sobrietà, la trasparenza ed il programma della pentastellata. Ecco perché Grillo non farà bella mostra di se, il 3 Giugno a Piazza del Popolo, alla chiusura della Kermesse elettorale, sa in cuor suo sa che sa cavarsela benissimo da sola. Sono altri, invece, ad aver bisogno di una sonora pacca sulla spalla.
Durante il fuoco incrociato, scintille tra Raggi e Meloni: “Onorevole Meloni, ora che si vergogna del suo passato fascista, prendendo 13 mila euro al mese come parlamentare – chiede Raggi -, perché non si é dimessa candidandosi? La doppia poltrona le serve come paracadute se va male?”. “Il taglio dello stipendio lo risolvo andando a fare il sindaco – replica Meloni -, che come si sa guadagna molto meno che un parlamentare. Si dimetteranno invece i parlamentari M5S venuti a commissariarla con lo staff?”. Marchini a Raggi: “Avete il 60% degli amministratori indagati”. E sulla legalità ecco gli attriti. “Queste persone vogliono apparire più pulite dei loro partiti, ci mettono la faccia ma tolgono i simboli perchè si vergognano”, attacca Raggi. Parole che scatenano la rivolta dei rivali: “Noi abbiamo cambiato tutto, pensate a voi”, dice Giachetti. E Fassina: “Pretendo rispetto, non siamo tutti uguali”. Ma il tono di Raggi non si smorza e nell’appello finale, accorato, scandisce “si sono mangiati Roma, chi vuole cambiare deve avere coraggio o non ci saranno più scuse”. “Scegliete i programmi”, suggerisce Meloni che cita Cicerone: “Bisogna scegliere chi amare”. Giachetti fa appello alla “squadra, al programma, alle idee e alla mia storia”. Fassina si rivolge “alla città fragile”, Marchini fa notare “ho promesso due anni fa che non vi avrei abbandonato”. Il tempo è scaduto. Poi sarà tempo di urne.