Referendum trivelle: sappiamo cosa votiamo?
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Stop agli impianti di trivellazione in mare col referendum del 17 aprile: ma abbiamo realmente capito cosa e come votare? Facciamo chiarezza. Trivelle si, trivelle no, vota si per dire no o vota no per dire si? Le informazioni sono confuse, il tempo è poco e il governo mostra una sospetta ambiguità. Francesco Tullio Altan, nell’ultimo numero de “L’Espresso” fotografa fedelmente questo disordine: “vorrei capire: dobbiamo smettere di continuare a trivellare o continuare a smettere di non trivellare?”, fa recitare nella sua vignetta a un cittadino medio disorientato. Le strade che allontanano dall’urna sono lastricate di disinformazione. Ecco perché c’è bisogno di chiarezza.
Cosa chiede il referendum “trivelle”?
Nei mari italiani ci sono piattaforme che estraggono gas e petrolio dai fondali grazie a delle concessioni pubbliche di durata variabile (6 anni per i permessi di ricerca, 30 anni per le cosiddette concessioni di “coltivazione”, ossia concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi). Scadute le concessioni, l’attività delle piattaforme deve cessare. Tuttavia, la legge di stabilità ha recentemente cambiato le carte in tavola stabilendo che le trivelle possono andare avanti nella loro attività non già fino alla scadenza delle concessioni, ma fino al totale esaurimento dei giacimenti. Cioè a dire: le concessioni non hanno più limiti temporali e le piattaforme possono continuare la propria attività fino a quando non ci sarà più nulla da estrarre. Il referendum, che riguarda esclusivamente gli impianti nelle nostre acque territoriali (ossia entro le 12 miglia dalla costa), è l’arma con la quale i cittadini possono bloccare tutto questo. Votando si, si sceglie di far lavorare le trivelle fino alla normale scadenza delle concessioni. Votando no, si sceglie di far lavorare le trivelle fino all’esaurimento dei giacimenti e quindi per un tempo molto più lungo. Ragion per cui, in estrema sintesi, il quesito è: vuoi fermare le trivelle? Vota si se vuoi fermarle. Vota no per non fermarle. Il testo del quesito è il seguente: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?”. Lo stesso Piero Calamandrei, il padre di tutti i giuristi, probabilmente avrebbe difficoltà a capire che cosa votare…See more at: LaLeggepertutti