Italicum, e la lezione di Draghi alla Merkel
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Italicum. C’erano un volta le preferenze, poi con l’avvento dell’era Berlusconi vennero le liste bloccate, ed ogni partito così, poteva inserire a proprio piacimento cani e porci nelle liste. Al cittadino veniva sottratta la possibilità di decidere chi votare in base ai programmi e alla onestà intellettuale. Ora l’Italicum ha reintrodotto le preferenze, come dovrebbe essere in una democrazia cosciente, e non virtuale. Intanto, aspettando che la politica dei candidati partecipi, ritorni nelle più sicure mani del popolo, milioni di persone cercano di sopravvivere, con stipendi che si assottigliano sempre più, e pensioni future avvistabili solo con il telescopio. E tra affitto, bollette, e qualcosa da mangiare, come si fa a sopravvivere con 500-800 euro di pensione? E la politica del politichese che fa? 80 euro d’elemosina qua e là, sperando di ottenere consensi per il suo fare da buon samaritano. Ma la politica con la P maiuscola dovrebbe essere altra cosa, avere programmi ben precisi e seri, indirizzati allo sviluppo ed ai meno abbienti. Ma così non è. Renzi in testa, prova ad infondere coraggio all’Italia malata, dimenticandosi i soldi in cassaforte, di cui ha pure smarrito la chiave. Ed allora come si fa a rilanciare l’Italia? Il Presidente del Consiglio non lo sa, procede a tentoni, ed allora qualche idea proviamo a fornirgliela noi, anche se il carrozzone di certo, farà orecchie da mercante. Premettiamo che il Senato andava chiuso.
Un po’ di coraggio, ed invece si è scelta la via di mezzo, come sempre. I risparmi sarebbero stati di gran lunga superiori. La soluzione non passa per Bruxelles, le decisioni per l’Italia non vengono prese ai fini di una crescita ne per fermare gli sbarchi. Nulla, proprio nulla, se non pietas. Riduzione delle tasse al 15% come suppone Salvini, e consumi, export, e lavoro, decollerebbero. Abolizione della legge Fornero sulle pensioni. Riappropriazione della lira, con una bella pedata all’euro ed alla Merkel. L’Europa così com’è risulta un’utopia, ma a Renzi piace viaggiare con il suo nuovo aeroplanino di Stato (costo 130-160 milioni di euro) e chi se ne frega del popolo sovrano. Forse si è dimenticato di non essere stato eletto, e dunque avrebbe dovuto alzare l’asticella contro i dictat. Invece solo chiacchiere, e qualche pacca sulla spalla e sorrisetti dall’Europa. Siamo seri, i nostri rappresentanti dovrebbe sapere che il popolo si è rotto le balle di conti imbalsamati e limature imposte in maniera coercitiva. La principale cura per l’Italia sarebbe la liberazione dai burocrati genuflessi alla Germania. E’ ora di finirla, e tornare allo Stato e moneta sovrani, a meno che l’ Europa diventi una Federazione reale come gli Usa. Forse non sarà mai possibile. Dunque meglio che l’Italia si organizzi come meglio creda, adotti il Signoraggio, la moneta senza intermediari, e via gli interessi da pagare a banche e squali di vario genere. Intanto, l’unico che sembra avere le idee chiare, e mette in riga la Merkel, è Mario Draghi, che ha detto senza peli sulla lingua: “ Lavoriamo per mantenere la stabilità dell’Eurozona, non di Berlino. Noi obbediamo alla legge non ai politici”. La Merkel, laconica ha replicato: Indipendenza ok, ma la gente critichi pure i tassi bassi”. Evidentemente la cancelliera si era fatta un bicchierino di troppo. Se i tassi sono bassi, sicuramente le banche guadagnano meno, ma industrie e famiglie se ne avvantaggiano. Dunque, evviva le scelte della Bce. Se non ci fosse stata la politica monetaria espansiva di Supermario, l’economia europea sarebbe a pezzi.