Comune di Roma, ancora sprechi e malaffare
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Comune di Roma sempre Capitale del malaffare. Mentre tra inciuci e mazzette è emerso che dalle casse comunali mancano all’appello circa 100 milioni di euro, tra il caso affittopoli e altri scandali, c’è molto altro nel losco sottosuolo del Campidoglio. Diifatti, abbiamo scoperto a che punto è giunta ormai la cronica, sedimentata inefficienza, un pugno in faccia al commissariamento. I cittadini devono scendere in campo da soli ad occuparsi persino degli aspetti più banali, come gli alberi alberi da ripiantare. Nella centralissima Via Cola di Rienzo, che unisce Piazza Risorgimento (Vaticano) a Piazza del Popolo, Il I° Municipio ed il Comune dichiarano di non avere i fondi per ripiantare alberi caduti o tagliati perché malati, e così nel degrado più totale, con strade e marciapiedi rotti, i negozianti si sono proposti parte attiva. Hanno deciso di mettere loro i denari per acquistare gli alberi (in tutto 90), mentre il Comune si è preso l’impegno di provvedere a farli interrare. Spesa totale, 3.600 euro, 40 euro a pianta. Siamo al ridicolo. Nelle grandi capitali europee cose del genere non capiterebbero mai. Ci si chiede, il Comune non ha forse intascato i soldi per il Giubileo? Che fine hanno fatto? C’è persino altro. Per l’ex deposito Atac, tra viale Angelico e Piazza Bainsizza, ci risultano esser stati presentati diversi progetti da parte di privati, ma al momento nessuno di essi è stato approvato. Eppure sono oltre 5 anni da quando parte del complesso è crollato, che tutto è ancora in alto mare. Burocrazia, ferrea burocrazia, ed incapacità alla romana, forse la peggiore, dove tutti sono competenti, e nessuno lo è. In aggiunta, come se non bastasse, sono anni che si parla del rifacimento del mercato rionale di Piazza dell’Unità, che si affaccia su via Cola di Rienzo. Bla, bla. Non si sa se verrà ristrutturato solo all’interno (a Firenze è già stato fatto magnificamente) o se invece verrà solo tinteggiato. Un quadro desolante di come le cose non funzionino, e parliamo del centro storico, figuriamoci cosa avviene nelle periferie. Prepariamoci alle prossime elezioni. Votare i programmi, e se qualcuno non li rispetta, a casa, e chi ruba nelle patrie galere.
di Roberto Casalena